Il primo vero appuntamento post pandemico senza restrizioni di carattere sanitario ha coinciso con la Festa del santo patrono che ha preso inizio giovedì 24 di giugno con il triduo preparatorio.
Quest’anno la parrocchia ha ospitato in veste di predicatore padre Fabio Basciu, frate cappuccino che ha officiato la Santa Messa, concelebranti i tre confratelli della fraternità gallurese.
L’indomani, puntuale alle 18.00, dopo due anni di assenza ha avuto luogo il raduno e la benedizione delle bandiere votive un momento di devozione religiosa molto sentito tra i fedeli che ha anticipato la celebrazione eucaristica officiata da padre Fabio Basciu.
Il sabato della vigilia le celebrazioni sono iniziate coi vespri che hanno introdotto la messa vespertina presieduta da padre Fabio che nell’omelia ha unito l’ironia a dotte citazioni dimostrando una profonda competenza della realtà massmediale per indirizzare l’uditorio, sempre estremamente attento, ad una proposta di cambiamento di vita finalizzata alla progressiva identificazione con Cristo.
Al termine della celebrazione eucaristica la statua del santo patrono è stata portata in processione per le vie della parrocchia, un rito di pietà popolare che ancor più quest’anno ha assunto un significato di reale appartenenza comunitaria.
La domenica della Festa la Santa Messa solenne della sera è stata presieduta da padre Filippo Betzu Ministro provinciale dei frati cappuccini di Sardegna e Corsica e celebrata nella nuova chiesa della parrocchia.
L’omelia, tutta incentrata sulla figura del santo, analfabeta ma in perenne comunicazione col trascendente divino, ha riportato alla realtà che viviamo i limiti della scienza in una chiave di lettura che pone su due piani la sapienza di Dio con la conoscenza scientifica umana suggerendo a chi conviene affidarsi.
Rimane il fatto che, con la nuova chiesa, la festa padronale ha mostrato in maniera plastica, in questi tempi incerti, la devozione e l’attaccamento degli olbiesi al santo cappuccino.
Gianfranco Pinna