Con il mercoledì delle Ceneri, il 17 febbraio scorso, è cominciata la quaresima di preparazione alla Pasqua, il richiamo ai 40 giorni trascorsi da Gesù nel deserto delle tentazioni.
I frati cappuccini della parrocchia di Sant’Ignazio da Laconi per la festività hanno previsto due messe in rapida successione, alle 18.00 e alle 19.00.
La prima è stata celebrata nel capiente padiglione della ex concessionaria d’auto Audi per gentile concessione della famiglia Achenza proprietaria dello stabile, la seconda nella chiesa parrocchiale stracolma di fedeli.
Ě doveroso chiedersi come mai tanta gente, col rischio rappresentato dal covid-19, ha voluto recarsi in chiesa per l’imposizione delle Sacre Ceneri ?
Senza perderci in analisi sociologiche di superficie prendiamo atto che l’emergenza pandemica che si protrae da un anno ha sconvolto le nostre abitudini di vita, continuando a minare le relazioni umane.
I frati hanno impartito le ceneri sul capo dei fedeli pronunciando la formula del rito “convertiti e credi al Vangelo”, aldilà della mascherina indossata, questo gesto nella sua già conosciuta normalità ha portato in sé una parvenza di ritorno alla vita com’era prima delle trasformazioni generate dal coronavirus.
Quasi come gli abitanti di Ninive alla predicazione di Giona, questo semplice rito ha sottolineato oltre all’aspetto penitenziale e alla necessità di conversione anche la speranza di arrivare alla Pasqua senza ulteriori lockdowns.
Come una conferma è arrivata anche la visita alla fraternità gallurese del Ministro Generale dei frati cappuccini Padre Roberto Genuin accompagnato dal Ministro Provinciale di Sardegna e Corsica Padre Filippo Betzu.
Nel corso della quale hanno constatato lo stato di avanzamento dei lavori della nuova chiesa ormai conclusa e dei locali adiacenti che ospiteranno il convento.
Questo è un segno davvero importante non solo per la comunità parrocchiale ma per tutta la città di Olbia che ha davvero necessità di potersi incontrare in uno spazio più capiente, ma soprattutto di alzare lo sguardo e vedere che non siamo soli.