La Chiesa di Olbia al tempo del Coronavirus

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L’imprevisto e imprevedibile si è rivelato domenica 8 marzo A.D. 2020 subito dopo la messa celebrata da p. Fabrizio Congiu, con i posti segnati dalle sedie posizionate rigorosamente alla distanza di sicurezza stabilita, quando qualche ben informato ha iniziato a sussurrare che il Vescovo avrebbe decretato la sospensione delle “cerimonie religiose” e delle esequie fino al prossimo 3 aprile, inasprendo le misure contenute nel decreto del 5 marzo, che invitava a prendere la Comunione in mano anziché in bocca, limitava lo scambio di pace a un gesto a distanza e svuotava le acquasantiere .

Nello sbigottimento generale qualcun’altro ha osservato che “non si può più nemmeno morire come si deve !?!”, ma nessuno aveva considerato il fatto che non si sarebbero celebrate le messe !!

Già in serata nel web girava il decreto diocesano che invitava i sacerdoti a sospendere nelle chiese la celebrazione dell’Eucaristia in forma pubblica .

Il giorno successivo tanti parroci di Olbia, come del resto della diocesi, si adeguavano alla novità creando delle chat sui social networks, principalmente su facebook potevano così condividere la diretta delle celebrazioni eucaristiche con i propri followers.

I frati cappuccini della parrocchia di Sant’Ignazio da Laconi hanno invece ben pensato di creare un canale YouTube intitolato” Fraternità Olbia” e dal 9 marzo hanno iniziato con trasmettere in streaming i vespri e la Santa Messa .

L’indomani veniva reso pubblico il Dpcm firmato dal capo del governo Giuseppe Conte, che per contenere i rischi da contagio da Covid-19 imponeva la limitazione alla libera circolazione dei cittadini nell’ambito urbano e regionale e, alla chiusura di scuole e università già in vigore in forza del decreto del 23 febbraio 2020, aggiungeva la sospensione delle attività commerciali al dettaglio insieme ai bar e ristoranti.

Da rimarcare che per la prima volta si palesava che l’epidemia era dilagata oltre ogni contenimento.. non solo sanitario.

Nell’arco di 24 ore le pratiche del vivere quotidiano venivano stravolte obbligandoci ad un ricovero coatto nelle nostre case, a comunicare virtualmente con familiari e amici, riducendo il lavoro ad un surrogato virtuale che nella stragrande maggioranza delle persone si limitava ad uno scambio di convenevoli telefonici che stabiliva l’impossibilità di svolgere la propria funzionalità abituale.

A questa desolazione esistenziale si somma, per chi Crede, lo smarrimento dovuto alla mancanza della Eucarestia e alla reale vicinanza dei fratelli della comunità parrocchiale di appartenenza.

Interpretando questa realtà la Fraternità Olbia ha iniziato a trasmettere giornalmente lo streaming in diretta delle lodi mattutine, dell’ora media con la recita della Coroncina alla Divina Misericordia oltre al live dei vespri e della Santa Messa e alla tradizionale Adorazione Eucaristica del venerdì delle ore 21.00 ed inserendo nel “palinsesto” anche delle inedite catechesi.

Insomma p. Alberto Costa con p. Carlo Frau e p. Fabrizio Congiu congiuntamente o alternandosi davanti alla webcam sono riusciti a offrire ai fedeli la stessa “proposta spirituale”di quella praticata in chiesa fino a qualche giorno prima ma in chiave virtuale, avendo per inciso, un pubblico di oltre mille “followers” a testimoniare il gradimento ottenuto.

Certo, ex malo bonum.., un creativo adattamento alla realtà che stiamo vivendo, ma non ci fa dimenticare le tante vittime della pandemia che non hanno avuto un funerale degno, al significato della Eucaristia sacramentale …oppure possiamo pensare che tutto ritorni come prima, senza una riflessione collettiva sul significato di quello che è il cattolicesimo oggi ?

**Gianfranco Pinna